Chi Sono gli Startupper, Cosa Fanno e Differenze con gli Imprenditori
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Nonostante la cultura delle startup sia sempre più diffusa, il termine startupper, che definisce i fondatori di startup, genera ancora dubbi, e viene spesso confuso con la figura dell’imprenditore. Sono in molti a chiedersi cosa faccia esattamente uno startupper, cosa lo differenzia da un imprenditore tradizionale, e come fare a diventarlo. Che tu sia semplicemente curioso riguardo questa figura professionale, o che tu ambisca a diventare uno startupper e fondare la tua attività, e voglia capire di cosa si occupa questa figura professionale e cosa occorre per diventarlo, in questo articolo spieghiamo qual è la vera definizione di startupper, quali sono le sue caratteristiche, i pro ed i contro di questo lavoro, e quali sono le migliori risorse e offerte formative a disposizione di chi ambisce ad fondare la propria attività imprenditoriale.
Startupper: Significato e Definizione
Partiamo dalle basi: qual è la definizione di startupper? Per il vocabolario uno startupper è un imprenditore che ha fondato una startup.
Potrebbe sembrare una definizione piuttosto semplicistica, ma il significato di startupper è proprio questo: una persona che, da sola o con un co-founder, ha dato vita ad una startup, ovvero un’impresa che miri ad una crescita rapida, scalabile e replicabile ed abbia come oggetto l’innovazione.
Per quanto chiara, questa definizione non dà tuttavia un reale quadro di quello che davvero fa uno startupper: la sua funzione non si limita infatti soltanto ad avere un’idea di business innovativa e trasformarla in un progetto imprenditoriale di successo ma si occupa, insieme ai suoi collaboratori e all’intrapreneur, anche della gestione e della crescita della startup, trovandosi a capo di tutte le attività ad essa legate, dalla gestione del budget, alla definizione delle strategie aziendali, alla validazione dell’idea e del modello di business, al effettivo management della startup e alla selezione di figure che rispondono alle offerte di lavoro per startup da inserire nel proprio team, desiderose di lavorare in startup.
Se desideri saperne di più su come realizzare un ottimo curriculum per lavorare in startup, ti consigliamo la lettura del nostro articolo: “Come Realizzare un Efficace Startup Curriculum“. A tal proposito, per realizzare un buon CV per startup è fondamentale comprendere a pieno quali sono le differenze tra hard skills e soft skills, in modo tale da poterle inserire correttamente.
Per capire davvero cosa significa essere startupper, bisogna quindi prima comprendere cos’è una startup e quali sono le sue caratteristiche ed esigenze, di modo da poter meglio delineare quali sono i compiti e le responsabilità di chi la guida. Vediamone insieme la definizione.
Definizione di Startup
Il termine startup è ormai di fatto entrato nel gergo comune, e spesso utilizzato impropriamente per fare riferimento ad aziende piccole o appena nate e nella loro fase embrionale. In realtà questa definizione non è corretta: esistono diverse definizioni di startup, che fanno riferimento alle caratteristiche principali che questo tipo di attività deve possedere per essere identificata come tale.
In genere, si definisce startup un’impresa che mette al centro del proprio modello di business l’innovazione e che punta a diventare sostenibile e scalabile. Eric Ries, il padre della metodologia Lean, definisce la startup come “un’istituzione umana progettata per consegnare un nuovo prodotto/servizio sotto una condizione di estrema incertezza”. Molti, definiscono la startup come una realtà confusa circa quello che è il suo prodotto, chi sono i suoi clienti e come fare soldi, e che dunque una volta chiariti questi aspetti, termina di essere una startup e diventa un vero business. Ancora, la startup viene anche definita come un’impresa con modello di business nuovo che necessita validazione da parte di chi quel prodotto/servizio dovrà utilizzarlo.
Vediamo come la startup sia dunque definita da concetti quali l’incertezza, la scalabilità e la sostenibilità.
Possiamo perciò rivedere la definizione di startupper tenendo in considerazione questi temi: uno startupper è una figura professionale che fonda o aspira a fondare un’impresa (startup) innovativa che sia volta alla crescita rapida e abbia un modello di business scalabile, sostenibile e replicabile.
Per tenere fede a questi principi, uno startupper si rivela dunque essere una figura molto più versatile e dinamica rispetto a quella di un imprenditore tradizionale: lo startupper è disposto a modificare e cambiare il prodotto della propria startup per tenere il passo dell’innovazione, a sperimentare seguendo i feedback degli utenti, a rivedere i propri processi e la propria gestione in favore della crescita continua, ad accettare il fallimento come parte della sperimentazione e trasformarlo in occasione di apprendimento e ripartenza. Sarà lo stesso che cercherà finanziatori come business angel o fondi di finanziamento per sostenere l’attività, anche attraverso l’utilizzo dello startup pitch.
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Quali Sono le Caratteristiche di uno Startupper?
Come abbiamo visto, le startup sono delle realtà con delle caratteristiche ben precise e dei requisiti netti che le identificano come tali. Di conseguenza, anche la figura dello startupper presenta diverse caratteristiche fondamentali ed identificative, che possono essere riassunte in tre attributi principali:
- Essere un visionario
- Essere resiliente
- Essere leader
Fondare una startup richiede infatti molta determinazione, in quanto facilmente si andrà incontro a difficoltà ed ostacoli che metteranno alla prova lo startupper, le sue competenze e la sua tenacia.
Essere Visionario
Sappiamo che per fondare una startup è necessaria una grande idea, ma è ancora più importante che lo startupper si prefiguri come questa idea possa tradursi in un business di successo. Chiunque infatti può avere una grande idea, ma le vere idee di successo, che possono essere trasformate in realtà scalabili, sono quelle che rispondono ad un bisogno irrisolto e crescente.
Per questo uno startupper deve essere un visionario, avere cioè la capacità di individuare un bisogno reale e concreto di un bacino di utenti, di cui spesso neppure i clienti stessi sono a conoscenza, e porvi soluzione mediante un prodotto o servizio. Ciò non significa necessariamente dover avere dei colpi di genio, ma interpretare il mercato, i consumatori ed i loro bisogni, ed essere in grado di prevederli e di adattarvisi, prendendo anche dei rischi e sperimentando per giungere alla migliore solizione possibile.
Essere Resiliente
Questa soft skill è fondamentale per chiunque stia anche solo pensando di fondare una startup. Come abbiamo detto le startup sono realtà che operano in scenari mutevoli, incerti, governati dalla rapidità, dal cambiamento e dall’innovazione, dalla competizione e dalla volatilità: ciò significa che uno startupper si troverà di continuo di fronte a intoppi di diversa natura che dovrà risolvere facendo leva sulle sue sviluppate capacità di problem solving.
Le difficoltà potrebbero riguardare qualsiasi aspetto dell’azienda: dalla difficoltà di trovare finanziamenti, di entrare nel mercato, alla crescita dei competitor, al prodotto che non viene apprezzato come ci si aspettava. Saper cambiare e tener fronte a questi ostacoli con resilienza per affrontarli è fondamentale per portare la propria startup alla crescita e stabilità.
Essere Leader
Potrà sembrare una caratteristica scontata, ma nel concetto di startup avere una ferma e salda leadership diventa fondamentale. Saper essere leader non significa soltanto essere a capo della startup, ma a capo di un team di persone da dover gestire con la giusta leadership.
Il saper lavorare in team non è solo una caratteristica del collaboratore ma deve essere facilitata dallo startupper ed è spesso uno dei criteri di giudizio per gli investitori quando decidono se entrare nel capitale di una startup: dimostrare di saper essere un buon leader di un team vincente, di saper guidare e consigliare le persone nel lavoro creando una cultura aziendale positiva e precisa che le motivi al meglio è dunque una caratteristica fondamentale per uno startupper.
Queste qualità sono soft skills che chiunque, anche chi vuole essere uno startupper in azienda dovrebbe possedere. Per approfondire l’argommento leggi anche il nostro articolo su quali soft skill inserire nel CV.
Perché Diventare uno Startupper?
Ora che sappiamo cos’è e cosa fa uno startupper, è giunto il momento di rispondere alla domanda: vale la pena diventare uno startupper?
Come per tutte le professioni, anche l’essere startupper ha diversi pro e contro. Vediamoli insieme.
Pro
Tra i vantaggi di diventare uno startupper vi è sicuramente la dinamicità ed i numerosi stimoli che il mondo delle startup offre, permettendo di mettersi in gioco, testare le proprie competenze e sfidarsi costantemente per rimanere al passo dei competitor, di uno scenario costantemente variabile e dell’innovazione.
La necessità di sperimentare e testare costantemente in questa professione permette di acquisire sempre più nuove competenze digitali, e di entrare in contatto con figure professionali diverse in grado di arricchire il proprio know-how, aprendosi a nuove possibilità, idee e mindset che possono essere utili nella crescita della propria impresa.
L’organizzazione dell’azienda in una startup è inoltre molto più orizzontale e meno gerarchica rispetto alle aziende tradizionali, esiste una maggiore contaminazione e collaborazione tra i diversi compartimenti dell’attività che rende l’ambiente più virtuoso e aperto alla crescita.
Essere startupper significa inoltre essere il capo di se stessi, poter prendere decisioni in autonomia, creare il lavoro dei propri sogni da gestire in autonomia senza dover dipendere da un datore di lavoro. Si diventerà inoltre indipendenti a livello finanziario, specialmente una volta che la startup inizierà a crescere. In molti si chiedono quanto guadagna uno startupper: non vi è una risposta precisa, in quanto nelle prima fasi di vita della startup si potrebbero dover investire molti dei propri risparmi, non riuscendo neppure a pagarsi lo stipendio per finanziare determinate attività, ma man mano che la startup cresce e raggiunge la maturità aumenteranno anche le potenzialità di guadagno e le forme di monetizzazione a disposizione, dalla vendita delle quote all’entrata nel mercato azionario.
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Contro
Vi sono tuttavia diversi contro che non devono essere sottostimati se si decide di intraprendere questo percorso. Come abbiamo detto le startup operano in un ecosistema estremamente incerto, dove volatilità e necessità di essere agili e sul pezzo sono all’ordine del giorno. Ciò comporta che la startup stessa potrà trovarsi spesso in momenti di incertezza e difficoltà, che si trasformeranno in stress per lo startupper e per tutta la squadra.
Sappiamo che il 90% delle startup fallisce, questo perché non sempre tutte le buone idee vengono trasformate in modelli di business abbastanza solidi da sopravvivere allo scenario economico corrente. Lo startupper potrà trovarsi di fronte a diversi momenti di stallo, frustrazione e difficoltà, dalla mancanza di fondi e finanziamenti, alla necessità di dover fare pivot a seguito di feedback importanti e cambiare il proprio prodotto o la propria gestione delle attività, al dover rivedere il proprio team o i propri segmenti di clientela. Tutte queste pressioni potrebbero portare allo stremo uno startupper, e portarlo ad abbandonare il proprio sogno.
È perciò importante essere consapevoli degli scogli e delle difficoltà che si potrebbero incontrare, e decidere se si vogliono accettare sia i vantaggi che gli svantaggi del mestiere prima di intraprendere il percorso che porterà a creare una startup.
Bisogna ricordare anche che il fallimento e le sconfitte sono spesso parte del gioco, e qualcosa da cui imparare, da utilizzare come occasione per migliorare e ripartire con una nuova consapevolezza, per crescere ancora più velocemente. Essere startupper significa anche imparare a risolvere problemi in maniera ottimale e rapida, ascoltare i feedback ed essere disposti a mettere in discussione la propria idea e le proprie convinzioni per rifinirle, sperimentando, prototipizzando e testando, sapendo di poter sbagliare, ma sapendo anche che gli è concesso ricominciare tutto daccapo.
Quali Sono le Differenze tra lo Startupper e l’Imprenditore?
Abbiamo parlato lungamente di cosa significhi essere startupper, e quindi sorgerà spontanea la domanda: essere uno startupper è così diverso dall’essere imprenditore?
Se pensiamo all’immagine delle due figure ci verranno in mente due tipi di persone molto diverse, ma in realtà non è sbagliato accomunare i due termini, in quanto seppure si tratti di due figure diverse hanno dei tratti in comune. Uno startupper infatti ambisce ad essere un imprenditore, in quanto il suo obiettivo è quello di trasformare la sua idea in un’impresa consolidata e profittevole, utilizzando spesso i propri capitali per puntare alla crescita. Al contrario, un imprenditore potrebbe anche non essere mai stato uno startupper, proprio come tutte le startup ambiscono a diventare imprese, ma non tutte le imprese sono state delle startup.
Si potrebbe pensare che la differenza sia così sottile da non dover essere esplicitata: ad esempio come sarebbe meglio definire Mark Zuckemberg o Jeff Bezos? Sicuramente il termine startupper, considerata la magnitudo delle aziende a cui fanno capo sembra quasi riduttivo, eppure conosciamo bene la storia di come le loro idee sono diventate quello che sono oggi, e come la loro visione del business, il loro mindset da startupper sia stato la chiave per raggiungere determinati obiettivi.
Se quindi esiste una differenza tra startup ed impresa, allora questa differenza deve essere applicata anche alle due figure professionali che ne sono a capo. Una startup non è una piccola azienda; non è pizzeria, non è un negozio di abbigliamento, ma un’organizzazione temporanea dal carattere innovativo alla ricerca di un modello di business scalabile e ripetibile, caratteristiche peculiari che la differenziano da un’azienda tradizionale in maniera molto definita. Di conseguenza, anche lo startupper è una figura diversa dall’imprenditore, con responsabilità e compiti differenti, ma anche una visione molto diversa della sua azienda.
Cerchiamo dunque di capire meglio cosa distingue uno startupper da un imprenditore guardando alla definizione e al loro ruolo e caratteristiche.
Cosa Fa uno Startupper?
Lo startupper è per definizione colui che fonda una startup, trasformando la sua idea innovativa in un business che cresca rapidamente e sia scalabile e ripetibile. Lo startupper mira dunque a diventare un imprenditore, ma non sempre vi riesce, in quanto la maggior parte delle startup fallisce, portando il fondatore ad abbandonare il proprio sogno, spostandosi verso ruoli più manageriali o diventando dipendente di aziende.
Potremmo dire dunque che uno startupper segue il ciclo di vita della startup, la quale esendo un’organizzazione temporanea mira a diventare impresa: quando la startup ha consolidato il suo modello di business ed entra nella fase di scaleup, possiamo dire che ha raggiunto lo stadio di impresa, e dunque i suoi fondatori sono divenuti imprenditori a tutti gli effetti. Spesso queste stesse figure diventano “startupper seriali”, ovvero imprenditori che una volta avviata con successo un’azienda decidono di uscirne e iniziare con un nuovo progetto da portare al successo.
È importante chiarire inoltre che è possibile essere startupper in azienda, portando all’interno di essa il mindset, le esperienze ed i principi di agilità, leadership e resilienza necessari quando, durante il colloquio per lavorare in startup, chiedono “Perché Dovremmo Assumerti?“. Parliamo dei cosiddetti “intrapreneur”, che lavorano all’interno di aziende con mentalità imprenditoriale e sono focalizzati non all’assolvimento dei propri compiti come altri dipendenti, ma al raggiungimento di obiettivi, reagendo alle sfide, portando soluzioni ed applicando il processo di “learning by doing” tipico della startup.
Essere startupper è prima di tutto un mindset, indipendentemente dall’ambiente in cui lo si applica, tuttavia per esserlo è necessario aver avuto un’esperienza all’interno di una startup, in quanto soltanto vivere in prima persona le condizioni in cui queste realtà si muovono consente di sviluppare la forma mentis da poter traslare a progetti di diversa natura.
Cosa Fa un Imprenditore?
Per definizione, un imprenditore è colui che avvia un’azienda, di qualunque tipo. Si differenzia da uno startupper in quanto non vi è necessità per questa azienda di avere un modello di business scalabile e ripetibile, né una crescita rapida: un’azienda è semplicemente un’attività economica che abbia come fine la produzione o lo scambio di beni o di servizi. Un supermercato, un bar, un negozio di tabacchi sono tutte imprese.
Proprio per le caratteristiche delle aziende tradizionali, è evidente come il mindset di cui abbiamo parlato in riferimento agli startupper non sempre appartenga anche agli imprenditori. Un imprenditore crea un’azienda con l’obiettivo di creare un reddito stabile per un medio-lungo periodo. Non tutti i titolari di aziende saranno quindi risposti a rischiare, ad accettare il fallimento, a prendere scelte anche azzardate, a lanciarsi in processi di sperimentazione anche molto ambiziosi che potrebbero andare male. Uno startupper mette in conto il fallimento, e sa come rialzarsi da esso, mentre per un imprenditore il fallimento della propria azienda potrebbe non essere seguito da un cosiddetto pivot, da un cambio di rotta, ma significare la chiusura.
Gli imprenditori inoltre sono spesso i soli a capo della propria azienda, gestendola di persona. Gli startupper sanno invece che per la natura del proprio progetto necessiteranno aiuto nei processi e nei finanziamenti, accettando di condividere la sovranità della propria azienda, di dover prendere decisioni condivise con altre figure importanti all’interno della governance, nonché l’eventualità di venderla. Un imprenditore tradizionale è invece molto più legato all’azienda, e spesso accetta di rado di cedere la gestione, un dato confermato dall’alto numero di fallimento delle aziende familiari una volta che il founder originario decide di lasciarla.
Come Diventare uno Startupper?
Come fare a diventare uno startupper? La risposta è che fondare un’impresa non farà di te automaticamente uno startupper, e che prima di pensare di avviare qualunque progetto, per quanto si possa pensare che la propria idea sia grandiosa ed innovativa, bisognerebbe intraprendere un percorso di formazione personale, utilizzando le tante risorse a disposizione di chiunque voglia entrare nel mondo delle startup.
Esistono infatti moltissimi corsi, percorsi formativi, libri e letture specifiche che permettono di approfondire le proprie conoscenze in ambito economico, di apprendere dalle esperienze dei più grandi startupper al mondo, ed eventi ed hackathon che consentono di testare le proprie competenze e fare networking con persone e professionisti del settore, per ampliare la propria rete di conoscenze, applicare ciò che si conosce e imparare dagli esperti come strutturare la propria idea in un modello di business di successo.
Posto che startupper si diventa e non si nasce, per farlo serve comunque tanto studio e conoscenza dei processi preliminari al semplice lancio di un prodotto innovativo sul mercato, dallo studio del mercato, del target di clienti, alla composizione di un team valido, alle fasi di testing, prototipizzazione e ottimizzazione del proprio prodotto o servizio, sino alla ricerca di finanziamenti ed investitori.
È inoltre molto importante possedere le soft skills necessarie a sopravvivere nell’ecosistema startup, lo startup mindset di cui abbiamo tanto parlato: essere visionario, resiliente e leader, saper mettersi in discussione, essere pronto ad ascoltare i feedback e cambiare in corso d’opera, adattandosi e sperimentando.
Queste skill sono spesso innate, ma esistono diversi libri e corsi che possono aiutare ad introiettare questo mindset. Nel prossimo paragrafo ne abbiamo elencati alcuni.
Libri e Testi Utili
Esistono diversi libri sul mondo delle startup, in particolare dedicati agli startupper, che offrono consigli su come avviare con successo una nuova impresa, e racconti di esperienze positive e fallimentari di startupper e imprenditori navigati. Queste letture possono essere importanti per offrire spunti ed ispirazione per coltivare il proprio percorso e creare il proprio business di successo, e conoscenze fondamentali riguardo i passi da compiere per ottimizzare tutte le fasi nella creazione di una startup che sia in grado di crescere costantemente.
Eccone alcune:
- Startupper. Guida alla Creazione di Imprese Innovative – Steve Blank
- The Lean Startup – Eric Ries
- Da Zero a Uno – Peter Thiel
- The Startup Owner’s Manual – Steve Blank
- Creare Modelli di Business – Alexander Osterwalder
Programmi di Incubazione e Hackathon
Un altro modo per iniziarsi al processo di creazione di una startup è quello di prendere parte a programmi di incubazione, che aiutano nello sviluppo dell’idea di business e nella sua validazione, o di partecipare ai diversi hackathon, con i quali entrare in contatto con figure esperte nel settore e avere la chance di vincere e poter sviluppare la tua idea.
Queste opportunità sono utili per mettere i primi passi nel mondo delle startup, affiancati da figure più esperte che potranno essere di gran supporto alla tua attività.
Conclusioni
Startupper quindi non si nasce, ma è possibile diventarlo. Se pensi di avere la stoffa e le caratteristiche necessarie a fondare una startup di successo ed hai un’idea innovativa che pensi potrebbe risolvere il problema di una fascia di utenti non resta che rimboccarsi le maniche: gli step per la creazione di una startup sono diversi e nascondono numerose insidie, ma con il mindset giusto possono essere superati e portare una semplice idea al successo.
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