Quali Sono le Competenze Digitali e Come Inserirle nel CV
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La Digital Transformation che sta vivendo il mercato del lavoro impone alle aziende che vogliono rimanere competitive di avere nel proprio organico collaboratori che abbiano competenze digitali utili allo svolgimento delle operazioni principali. In questo articolo daremo una definizione di competenze digitali, delineando le abilità e soft skills che le compongono.

Cosa si Intende per Competenze Digitali?
Sono in molti a chiedersi che cosa sono le competenze digitali. Quando parliamo di digital skills intendiamo un insieme di abilità che spaziano dalle competenze social ad abilità nell’utilizzo di software e linguaggi di programmazione, nonché nell’interpretazione di big data e l’utilizzo del machine learning, fondamentali per chi aspira a diventare uno slash worker. Si tratta di competenze ormai fondamentali, vere e proprie soft skills, per competere nel panorama lavorativo odierno fatto da startup e aziende innovative, in cui a farne da padrone è il continuo cambiamento, la continua evoluzione e che offrono alcune delle maggiori opportunità per chi è alla ricerca di uno dei lavori più richiesti in Italia. Si stima infatti che nel corso degli anni quasi la totalità delle occupazioni lavorative richiederà competenze digitali, ma non solo. Sono infatti diverse le competenze più richieste nel mondo del lavoro.
- Se sei interessato a scoprire quali potrebbero essere le mansioni del futuro per cui sarà necessario il possesso delle digital skills, ti consigliamo la lettura del nostro articolo: “Lavori del Futuro: Quali le Figure Professioni Più Richieste“.
Competenza Digitale: Definizione
Definire cos’è la competenza digitale non è semplice data la grande varietà di abilità e skills che ne fanno parte. Possiamo però rifarci alle diverse definizioni fornite da enti pubblici e governativi. Una prima definizione delle competenze digitali è stata proposta nel 2006 dal Parlamento Europeo ed è racchiusa nel documento “Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio” del dicembre 2006 . Nel testo si evince come: “la competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata da abilità di base nelle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione): l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet”.
La stessa definizione è stata successivamente ripresa dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), la quale rappresenta la prima realtà governativa a fornire una traduzione ufficiale del modello europeo per le competenze digitali di base DigComp 2.1. Nel 2017 ha infatti delineato una roadmap in cui suddivide le competenze digitali in:
- Competenze digitali specialistiche, proprie dei professionisti di settori specifici;
- Competenze digitali di base, utili a tutti i lavoratori;
- Competenze di e-leadership, cioè relative all’utilizzo di tecnologie in qualsiasi organizzazione e fare innovazione digitale nel proprio settore di mercato.
Infine, l’Aica (Associazione italiana per l’informatica ed il calcolo automatico) definisce la competenza digitale come: “saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero.
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Le 5 Aree di Competenza Digitale
Per comprendere quali sono le aree di competenza digitale dobbiamo rifarci al Syllabus “Competenze digitali per la PA”, un documento che descrive l’insieme minimo delle conoscenze e abilità che ogni dipendente pubblico, non specialista IT, dovrebbe possedere per partecipare attivamente alla trasformazione digitale della pubblica amministrazione. Il documento è stato curato dall’Ufficio per l’innovazione e la digitalizzazione del Dipartimento della funzione pubblica e rappresenta uno strumento di autoverifica delle competenze digitali, utile anche per la definizione di corsi volti a indirizzare i fabbisogni formativi rilevati. Viene strutturato in tre livelli di competenza e cinque aree tematiche:
- Dati, informazioni e documenti informatici;
- Comunicazione e condivisione;
- Sicurezza;
- Servizi on-line;
- Trasformazione digitale.
Dati, Informazioni e Documenti Informatici
In questa prima sezione vengono raccolti tutti gli strumenti e le informazioni necessarie al dipendente per raccogliere, elaborare e utilizzare dati, informazioni e documenti. A tal fine sarà necessario saper ricorrere agli strumenti di automazione d’ufficio per la produzione e la catalogazione di documenti, oltre che avere coscienza dei dati e di come gestirli, anche supportati da tecnologie informatiche. Inoltre, il dipendente deve essere a conoscenza delle principali banche dati del territorio italiano e di come questi dati vengono catalogati e archiviati. Per farlo sarà necessario che abbia le competenze informatiche necessarie per l’utilizzo degli strumenti a supporto delle attività lavorative.
Comunicazione e Condivisione
In quest’area sono previste le competenze che riguardano la comunicazione e condivisione all’interno dell’amministrazione e con cittadini, imprese e altre pubbliche amministrazioni. Il dipendente dovrà saper utilizzare un’insieme di strumenti che facilitano la comunicazione tra persone e istituzioni. Questi possono comprendere l’utilizzo di mail, cartelle condivise, video conference, sincronizzazione di file e messaggistica istantanea. Deve perciò acquisire le capacità di utilizzo di tali strumenti a facoltà di saper scegliere, in maniera indipendente, la miglior soluzione da adottare per la specifica situazione.
Sicurezza
Comprende attività quali la protezione dei dispositivi, dei dati personali e della privacy. Viene quindi richiesta una conoscenza base dei principali attacchi informatici e di come potersi difendere. Inoltre il collaboratore o dipendente deve conoscere il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati e la loro libera circolazione (Regolamento Europeo 2016/679).

Servizi Online
Altrettanto importante sarà la conoscenza del concetto di identità digitale e le relative implicazioni nell’accesso ai servizi on-line offerti quali CIE, SPID e CNS. Inoltre, è obbligatorio da parte delle pubbliche amministrazioni rendere i propri servizi disponibili on-line.
Trasformazione Digitale
In quest’ultima sezione il dipendente avrà l’onere di conoscere gli obiettivi della trasformazione digitale ed è quindi necessaria una conoscenza delle linee generali di programmazione della strategia digitale italiana. Inoltre, deve avere una conoscenza generale delle nuove tecnologie emergenti e di come queste possano essere utilizzate per la trasformazione digitale della pubblica amministrazione.
Competenze Digitali Specialistiche
Si tratta di competenze utili ai professionisti ICT e sono richieste sia nel settore privato che nel settore pubblico. L’e-CF European e-Competence Framework 3.0 (norma tecnica UNI EN 16234-1) affermano che le competenze ICT sono una dimostrazione delle abilità nell’applicazione delle conoscenze, abilità e attitudine al raggiungimento di risultati osservabili. L’AdID si occupa di supportare la definizione delle competenze digitali per le professionalità operanti nel settore ICT all’interno delle attività lavorative.
Competenze di E-Leadership
Le competenze di e-leadership, o e-business, comprendono le capacità di utilizzo delle tecnologie digitali all’interno di qualsiasi tipo di organizzazione e di introduzione alle innovazioni digitali. L’e-leader è in grado di sfruttare le tecnologie digitali per definire e concretizzare progetti di innovazione digitale. Anche in questo caso, l’AgID ha avviato delle attività di definizione di linee guida specialistiche per e-leader.
Importanza delle Digital Skills nel Lavoro
Un dato interessante riguarda la sempre più crescente importanza delle competenze digitali nel mondo del lavoro. Basti pensare che, durante la pandemia, le capacità nell’utilizzo di strumenti digitali sono state richieste per il 90% delle occupazioni lavorative del futuro, compresi i lavori green. Nonostante la palese necessità da parte dei lavoratori sprovvisti di competenze digitali di formarsi per adeguarsi ai nuovi strumenti di lavoro, buona parte di questi ultimi risulta ancora incapace ad utilizzare strumenti digitali, comportando una carenza di competenze digitali soprattutto tra le PMI.
Pertanto, il digital mismatch, un’espressione dello skills mismatch, ovvero il divario tra le competenze digitali richieste dal mondo lavorativo e quelle possedute dai lavoratori, è ancora troppo ampio per coprire la richiesta del mercato. Eppure, secondo alcune ricerche, è stata dimostrata una correlazione tra una maggiore retribuzione percepita e il possesso di competenze digitali tale da poter incoraggiare la formazione dei lavoratori “analogici”. A questo si aggiunge la volontà delle istituzioni di formare i giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro fornendo sempre più corsi di laurea incentrati sui Big Data e Data Science, Sicurezza Informatica e Cybersecurity, e Intelligenza Artificiale.
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Nuove professioni digitali
Come accennato in precedenza, il numero di nuove professioni digitali è in costante aumento, così come il numero delle professioni lavorative che, per adattarsi ai mutamenti del mercato, richiedono il possesso di competenze digitali. Quindi non solo nuove professioni che emergono, ma anche vecchie mansioni lavorative che richiedono un reskilling.
Necessità di formare i dipendenti
A causa dell’introduzione di nuove tecnologie a supporto delle attività lavorative si è resa necessaria la formazione dei dipendenti al fine di acquisire le competenze digitali necessarie. Questo fenomeno di reskilling è reso necessario dalla ormai avviata trasformazione digitale e dall’industria 4.0 che “obbliga” le imprese che desiderano rimanere competitive ad adattarsi alle nuove necessità del mercato del lavoro. Avviare il processo di reskilling, per le imprese, non è semplice e richiede un dispendio di denaro non indifferente. Tuttavia, le aziende possono lavorare sul reskilling scegliendo tra diverse metodologie:
- Attingere dagli enti di formazione di giovani neo laureati e non che desiderano entrare nel mondo del lavoro e che abbiano già acquisito le competenze necessarie;
- Assumere dipendenti che, anche senza possedere le competenze digitali necessarie, abbiano un’ottima capacità di apprendimento;
- Far uso del reverse mentoring formando i collaboratori più giovani che hanno familiarità con il mondo digitale, affidando a loro il compito di formare i dipendenti senior dell’organizzazione.
Dati sulla Situazione in Italia
Nonostante come osservato dall’Osservatorio delle Competenze Digitali l’utilizzo delle competenze digitali sia in aumento in tutti i settori e per tutte le aree aziendali, l’Italia si trova in una posizione arretrata rispetto alla media europea, con circa il 50% della popolazione sprovvisto delle competenze necessarie. Si tratta di un gap che causerebbe enormi problemi all’economia delle aziende italiane sia dal punto di vista della competitività sul mercato e sia qualora si decidesse di formare i dipendenti con mancanza di competenze digitali, dati gli elevati costi. Tuttavia, dall’analisi dell’Osservatorio è emerso come vi sia una certa correlazione tra le soft skills, o competenze trasversali, e le competenze digitali. Si è visto come la media dei possessori di soft skills sia maggiore nei settori in cui vengono richieste capacità nel campo del digitale. A tal proposito il governo Italiano ha predisposto un Piano Operativo per la Strategia Nazionale per le Competenze Digitali col fine di colmare il gap presente e formare le figure professionali della PA.
Strategia Nazionale per le Competenze Digitali
Il governo Italiano, al fine di colmare il gap presente entro il 2025, ha recentemente pubblicato il Piano Operativo per la Strategia Nazionale per le Competenze Digitali. Come si evince dalle informazioni presenti nel sito del MITD tra gli obiettivi del Piano Operativo da raggiungere entro il 2025 vi sono:
- Raggiungere il 70% di popolazione con competenze digitali almeno di base, con un incremento di oltre 13 milioni di cittadini dal 2019 e azzerare il divario di genere;
- Duplicare la popolazione in possesso di competenze digitali avanzate (con il 78% di giovani con formazione superiore, dimezzando il divario di genere, il 40% dei lavoratori nel settore privato e il 50% di dipendenti pubblici);
- Triplicare il numero dei laureati in ICT e quadruplicare quelli di sesso femminile, duplicare la quota di imprese che utilizza i big data;
- Incrementare del 50% la quota di PMI che impiegano specialisti ICT;
- Aumentare di cinque volte la quota di popolazione che utilizza servizi digitali pubblici, portandola al 64% e portare ai livelli dei Paesi europei più avanzati l’utilizzo di Internet anche nelle fasce meno giovani della popolazione (l’84% nella fascia 65-74 anni).

Le Misure in Italia
All’interno del Piano Operativo sono descritte nel dettaglio le azioni e gli investimenti che verranno attuati nel breve, medio e lungo termine con i relativi indicatori di monitoraggio. Le linee di intervento della Strategia Nazionale per le Competenze Digitali riguarderanno quattro asset principali individuati, quali:
- Istruzione e Formazione Superiore: per lo sviluppo delle competenze digitali all’interno dei cicli d’istruzione, con il coordinamento del Ministero dell’Istruzione e del Ministero dell’Università e della Ricerca;
- Forza lavoro: per garantire competenze digitali adeguate sia nel settore privato che nel settore pubblico, incluse le competenze per l’e-leadership, con il coordinamento del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministro per la Pubblica Amministrazione;
- Competenze specialistiche ICT: per potenziare la capacità del Paese di sviluppare competenze per mercati emergenti e nuove possibilità di occupazione, in gran parte legate alle tecnologie innovative e al possesso delle competenze indispensabili per i lavori del futuro, con il coordinamento del Ministero dell’Università e Ricerca e del Ministero dello Sviluppo Economico;
- Cittadini: per sviluppare le competenze digitali necessarie a esercitare i diritti di cittadinanza e la partecipazione consapevole alla vita democratica, con il coordinamento del Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione).
Ciascun asset prevede azioni da intraprendere nel breve e nel lungo termine, consentendo il monitoraggio di tali azioni con una serie di indicatori ad impatto generale ed indicatori specifici per i singoli asset. Per maggiori informazioni sulla stesura completa della Strategia Nazionale per le Competenze Digitali ti invitiamo a consultare il Piano Operativo nella sua interezza.
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Cosa sono le digital HARD skills
Come già accennato, quando parliamo di competenze digitali non possiamo fare a meno di includere le hard skills e le soft skills che stanno ricoprendo un ruolo di crescente importanza nella compilazione del curriculum vitae e ricerca del lavoro. Possiamo definire hard skills tutte quelle competenze “tecniche”, dimostrabili attraverso il possesso di un attestato o certificazione. Includono capacità linguistiche, informatiche e di programmazione, molto affini alle competenze digitali, generalmente acquisite tramite precedenti esperienze o nel percorso formativo.
Cosa Sono le Soft Skills
Le soft skills, o competenze trasversali, vengono invece definite come un insieme di abilità generiche di natura personale. Vengono pertanto acquisite con l’esperienza e riguardano abilità di tipo relazionale e comportamentale, e sono pertanto difficili da dimostrare.
Le soft skills vengono considerate importanti dai recruiter e dagli startupper in cerca di collaboratori per il proprio team startup, in quanto le abilità e capacità nel saper affrontare e gestire situazioni e compiti differenti hanno un peso specifico non indifferente tra le competenze trasversali. Chi possiede soft skills è in grado di adattarsi e apprendere nuove competenze e ruoli più facilmente, come l’acquisizione delle competenze digitali.
Se desideri saperne di più sull’importanza delle soft skills e sul loro impatto nel curriculum, ti consigliamo la lettura del nostro articolo di approfondimento: “Soft Skills per il CV: Elenco delle Più Richieste”.

Come scrivere le Competenze Digitali nel CV?
La definizione di un buon curriculum potrebbe avere un impatto considerevole nella ricerca del lavoro in startup e nella selezione della figura professionale adatta a ricoprire il ruolo in azienda. Le digital skills, come le hard e soft skills, occupano una posizione ben precisa all’interno del CV ed è bene esserne a conoscenza per far emergere le proprie competenze digitali agli occhi dei recruiter. Generalmente le hard skills vengono inserite al di sotto dei precedenti ruoli ricoperti sotto forma di elenco puntato, in modo da creare un collegamento tra le precedenti esperienze lavorative e le abilità tecniche apprese e utilizzate nei ruoli ricoperti. Invece, per le soft skills viene dedicata una sezione specifica dove inserire le competenze trasversali più inerenti con la posizione da ricoprire.
Competenze Digitali a Scuola: Materie STEM
La scuola deve necessariamente ricoprire un ruolo di supporto, per ragazzi e bambini, che dovrebbero avere la possibilità di sviluppare un approccio digitale con tutte le discipline scolastiche. Non basta quindi che l’apprendimento delle competenze digitali e di tutte le attività affini vengano racchiusi all’interno di una specifica materia scolastica. A tal proposito acquista maggiore importanza la necessità di includere le materie STEM, acronimo inglese per Science, Technology, Engineering e Math, all’interno del programma scolastico come strumento per sviluppare le competenze digitali a scuola. Queste si sono infatti dimostrate fondamentali nella comprensione di numerosissimi meccanismi alla base della vita civile e sociale.
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